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    • Giusi Pintori
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    Medicina di genere a servizio della salute.

    Grande successo ieri 20 ottobre 2022, a Cagliari, per il primo congresso regionale sulla Medicina di Genere, promosso dalla Referente regionale dott.ssa Gesuina Cherchi, già componente del tavolo nazionale presso il Ministero della Salute e Direttrice del Distretto socio-sanitario di Nuoro. Ricordiamo che la Regione Sardegna, nell’ambito delle competenze istituzionali legate a quanto previsto dal “Piano Nazionale”, ha istituito il Tavolo Tecnico Regionale di Coordinamento per la Medicina di Genere con decreto del 28-03-2022.

    L’approccio basato sulla Medicina di Genere parte dal preusupposto che le differenze tra uomini e donne in termini di salute siano legate non solo alla loro caratterizzazione biologica e alla funzione riproduttiva, ma anche all’ambiente e alle variabili sociali, culturali e relazionali definiti dal termine “genere”.

    L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) definisce il “genere” come il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni e i ruoli attribuiti ad un sesso e come elemento portante per la promozione della salute.

    I numerosi relatori intervenuti hanno posto in evidenza che la diversità di genere si manifestano:

    • nei comportamenti, negli stili di vita così come nel vissuto individuale e nel diverso ruolo sociale
    • nello stato di salute, nell’incidenza di molteplici patologie, croniche o infettive, nella tossicità ambientale e farmacologica, nelle patologie lavoro correlate, salute mentale e disabilità, in tutte le fasce di età (infanzia, adolescenza, anziani) e in sottogruppi di popolazione svantaggiati
    • nel ricorso ai servizi sanitari per prevenzione (screening e vaccinazioni), diagnosi, ricovero, medicina d’urgenza, uso di farmaci e dispositivi medici
    • nel vissuto di salute, atteggiamento nei confronti della malattia, percezione dello stato di salute.

    I numerosi relatori hanno ribadito che l’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. Differenti malattie comuni a uomini e donne presentano molto spesso differente incidenza, sintomatologia e gravità.

    Il dinamico ed entusiasta team , che ha riunito diversi professionisti della salute di diversa estrazione e provenienza è stato accolto con altrettanto entusiasmo dal pubblico riunito in presenza e in teleconferenza.

    I dati sanitari presentati hanno mostrato che gli individui non sono uguali in termini di salute. 

    E’ stato messo in evidenza che tradizionalmente, la ricerca ha omesso di inserire negli studi soggetti femminili (a causa tra l’altro di variazioni legate al ciclo ormonale e alla paura di potenziali effetti collaterali sulla gravidanza) con l’effetto di produrre conoscenze incomplete o addirittura errate che contribuiscono alle disuguaglianze di salute.

    Tuttavia, in pratica, l’evidenza scientifica mostra che la mancata considerazione delle specificità di sesso/genere preclude la cura del paziente.

    Così, ad esempio, i tumori BRCA sono sottodiagnosticati negli uomini mentre le malattie cardiovascolari sono sottodiagnosticate nelle donne. Soffrono anche degli effetti collaterali più significativi di alcuni farmaci, poiché gli studi clinici non hanno incluso per molto tempo o poco le donne, così come avviene nella terapia del dolore.

    Le raccomandazioni dell’OMS recepite dal Ministero della Salute in Italia, attraverso il Piano Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere (in attuazione dell’articolo 3,comma 1, Legge 3/2018) è adottato nel rispetto dei seguenti principi:

    a) previsione di un approccio interdisciplinare tra le diverse aree mediche e le scienze umane che tenga conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire l’appropriatezza della ricerca, della prevenzione, della diagnosi e della cura;

    b) promozione e sostegno della ricerca biomedica, farmacologica e psico-sociale basata sulle differenze di genere;

    c) promozione e sostegno dell’insegnamento della Medicina di Genere, garantendo adeguati livelli di formazione e di aggiornamento di tutto il personale medico e sanitario;

    d) promozione e sostegno dell’informazione pubblica sulla salute e sulla gestione delle malattie, in un’ottica di differenza di genere Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere.

    Numerose le idee allo studio del Tavolo tecnico sardo che prenderanno forma a breve in una programmazione e progettazione ormai indispensabile sia per la comunità scientifica che per la salute dei cittadini.

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