L’ISEE, o Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata.
Può accadere che l’ISEE non rispecchi perfettamente la situazione del nucleo familiare, come nel caso di proprietà immobiliari di cui non si dispone effettivamente o di conti correnti o libretti intestati ai figli minori.
Vediamo dunque di che cosa tener conto per fare in modo che l’indicatore ISEE rispecchi la reale situazione del nucleo familiare e come abbassarlo se necessario.
Ecco come fare per abbassare l’ISEE. Prima di tutto vediamo quali fattori compongono il calcolo che origina l’indicatore di cui parliamo.
I tre fattori che costituiscono la situazione economica di un nucleo familiare sono:
- Il patrimonio immobiliare
- Il patrimonio mobiliare
- Il reddito complessivo annuale percepito dal nucleo familiare nel suo complesso.
Faranno fede dunque tutti gli introiti, ma anche le rendite stimate per le proprietà immobiliari, e la giacenza media dei vari conti correnti, libretti postali e conti intestati ad ognuno dei membri del nucleo familiare.
I redditi e il patrimonio vanno poi divisi per il parametro della scala d’equivalenza che è pari ad 1 nel caso delle famiglie con un solo componente, e che cresce proporzionalmente al numero dei membri della famiglia.
Numero dei componenti | Parametro |
---|---|
1 | 1,00 |
2 | 1,57 |
3 | 2,04 |
4 | 2,46 |
5 | 2,85 |
Tale parametro può innalzarsi ulteriormente nel caso di figli minori o nel caso di persone disabili, a carico del richiedente, che vedrà dunque attribuirsi un ISEE tendenzialmente più basso rispetto a quello di una persona single senza conviventi.
Per abbassare l’ISEE, si dovrà iniziare dal comprendere quale delle tre voci che lo compongono contribuisce alla eventuale disomogeneità tra l’indicatore della situazione economica e il reale tenore di vita della famiglia.
Se un minore eredita beni immobiliari, riscattabili solo con la maggiore età, questi non possano essere attribuiti alle tasche della persona che bada al suo mantenimento. Succede che lasciti e proprietà immobiliari non disponibili, vadano ad innalzare immotivatamente un ISEE. La prima cosa da verificare quindi sarà la situazione relativa al patrimonio immobiliare.
Per quanto riguarda il patrimonio mobiliare, è bene invece sapere che a fare fede sarà la giacenza media dei conti correnti intestati ai componenti della famiglia, indipendentemente dal fatto che rientrino nella disponibilità del richiedente o meno.
È il caso, per esempio, di un libretto di risparmio intestato ad un figlio minore che può figurare come parte del patrimonio di un genitore che ha appena perso il lavoro e che magari avrebbe diritto al reddito di cittadinanza.
Vediamo dunque come abbassare l’ISEE se non corrisponde esattamente alla situazione economica della famiglia.
Un caso semplice
Partiamo dal caso di più semplice: come abbassare l’ISEE a fronte di un cambiamento importante, come la perdita di un reddito o la nascita di un figlio, occorso nell’ultimo anno. In questo caso si dovrà ricorrere all’ISEE corrente, che che è basato sui redditi degli ultimi 12 mesi o, in alcuni casi, di periodi ancora inferiori.
L’ISEE ordinario, infatti, considera redditi e patrimoni di due anni prima: il rischio è dunque quello di perdere l’accesso ad agevolazioni cui invece si ha diritto per aver presentato il documento sbagliato. L’ISEE corrente ha validità 6 mesi, motivo per cui la propria situazione andrà aggiornata di conseguenza.
Come abbassare l’ISEE nel caso in cui il patrimonio dichiarato non sia propriamente disponibile? Abbiamo visto che il calcolo dell’ISEE si compone originariamente della somma di redditi, patrimonio immobiliare e mobiliare del nucleo familiare richiedente.
Ovviamente non si può agire in alcun modo sul fronte dei redditi che vengono percepiti dalle persone impiegate. Evitare di mettere informazioni, o inserire informazioni sbagliate durante la compilazione di DSU e ISEE costituisce un grave illecito nei confronti della comunità, ed è punito cdalla legge.
Dove si può andare ad intervenire, dunque, nell’ottica di una maggiore accuratezza del computo della situazione economica della famiglia?
La situazione del libretto postale intestato al minore è piuttosto tipica, ed ha una soluzione semplice, al netto delle dinamiche familiari: per non vedersi accreditati i risparmi del nonno sul totale della giacenza media della famiglia nel caso in cui anche altri ne usufruiscano, si può co-intestare il libretto a persone che non rientrano nel proprio stato di famiglia.
Il cointestatario riduce il peso del libretto del 50% sul computo che lo attribuisce erroneamente, nella piena disponibilità, ai genitori del minore.
Nel caso di patrimonio immobiliare: il possesso di case, proprietà o ruderi inabitati è spesso un costo, eppure figurerà come rendita nella dichiarazione ISEE. In questi casi, se c’è l’impossibilità di vendere o affittare le proprietà, l’unica strada percorribile è quella di tenere per sé esclusivamente la nuda proprietà dell’immobile, che non rientra nel computo ISEE.
Per farlo, si può dare la proprietà in usufrutto, gratuito o a pagamento, a persone che non rientrano nel proprio nucleo familiare – sempre considerando che un eventuale nuovo introito andrà inserito nella dichiarazione, anche tramite la presentazione dell’ISEE corrente.
Ricordiamo che per tutto ciò che riguarda l’Isee e temi correlati è possibile rivolgersi a Uniciv.