In più comuni italiani è acceso il dibatto sui PUMS, Piani urbani di mobilità sostenibile, e le assemblee di coloro che sono a favore o contro, si tengono all’odine del giorno.
Uniciv – Unione Invalidi Civili – intende apportare il suo contributo sul tema, considerate le numerose rimostranze portate dalle persone con disabilità, invalidità e fragilità presso info@uniciv.it
Si tratta di persone una “Fragilità”, non solo con invalidità e disabilità.
In questa categoria entrano tutti coloro che hanno una condizione di delicatezza e gracilità, le cui difficoltà si aggravano e assumono ulteriori implicazioni, al punto da dover essere supportati da una seconda persona.
Il legislatore ha individuato una soluzione con il contrassegno per le persone con disabilità, tuttavia risulta essere insufficiente. Altre misure dovrebbero essere attuate dalle amministrazioni locali, ma per le persone con fragilità, che peraltro sono in percentuale maggiore rispetto ai disabili, è il nulla. In realtà ci troviamo dinanzi vuoti normativi e procedurali in cui è facile infilarsi o da cui è semplice defilarsi.
I “Fragili” eternamente sottovalutati, discriminati, li incontriamo tutti i giorni. Sono dentro le nostre famiglie. Non sono persone di cui si legge sui giornali, sono in mezzo a noi. Sono fragili, molti di noi.
Lo sviluppo delle tecnologie digitali promettono importanti cambiamenti nella fornitura di trasporti nei prossimi anni. Piattaforme e le app e i pagamenti contactless, sono ora il cardine delle reti di trasporto pubblico in molte città, poiché le autorità e gli operatori cercano di rendere l’emissione dei biglietti semplice come possibile.
Tutti noi sogniamo una app che integri gli orari degli autobus, della metro, del car sharing e un sistema di trasporto a richiesta. Non che metta a disposizione solo biglietteria ma un progresso tecnologico che possa ampliare l’accesso ai servizi di trasporto.
Sarebbe opportuno anche facilitare i trasporti pubblici per non vedenti, aiutando i passeggeri con disabilità visive a trovare varchi, sedili e porte, monitorando le fermate e gli orari dei viaggi. assistere i viaggiatori nella navigazione, nell’attraversamento e nel rilevamento degli ostacoli
Garantire che questi servizi siano il più accessibili possibile significa garantire che gli utenti fragili siano in grado di navigare su queste piattaforme digitali. Numerose ricerche , così come progetti finanziati dall’UE come INCLUSION, rivelano che sebbene vi sia stata una diffusa adozione delle tecnologie digitali tra le popolazioni più anziane, i trasporti pubblici e i nuovi servizi di mobilità devono continuare a essere resi più inclusivi.
Sarebbe opportuno organizzare seminari che aiutano i passeggeri disabili e anziani, e più in generale soggetti che non hanno le conoscenze utili, così come i gruppi scolastici, a navigare verso la biglietteria, la segnaletica e altri passaggi cruciali lungo il viaggio. Nel frattempo, bisognerebbe anche ideare e favorire la nascita di corsi che aiutano gli anziani nell’uso delle nuove tecnologie digitali e abilitate a Internet, competenze indispensabili per sostenere la loro più ampia indipendenza, oltre i viaggi quotidiani.
Integrazione per l’accessibilità.
Tuttavia, l’integrazione è più di una app; è una riconfigurazione infrastrutturale che facilita il viaggio intermodale sostenibile.
Questo è molto più che aggiungere semplicemente rampe e ascensori (è ovvio che questi sono necessari). Progettare sistemi di trasporto che si rivolgono ai fragili significa stabilire reti di mobilità continua, consentendo il transito da un mezzo all’altro con facilità. E’ fondamentale rivedere il modo in cui consideriamo l’accessibilità, spostando le disposizioni sull’accesso fisico dai nostri servizi di mobilità, verso il cuore stesso di queste reti.
Questo non è così inverosimile come si potrebbe pensare. In tutta Italia abbiamo città e le regioni stanno ristrutturando e reinventando il design urbano, rendendo le opzioni sostenibili e condivise più facili, più sicure e più convenienti che saltare in macchina. Certo le scelte vanno adeguate a ogni singolo territorio.
Per molti passeggeri l’attesa dell’autobus, l’imbarco e lo sbarco e l’acquisto o la convalida di un biglietto possono rappresentare una sfida e persino un impedimento all’utilizzo del servizio. Per fare questo le amministrazioni locali sono chiamate a fare uno sforzo di ricerca e sviluppo che coinvolga l’osservazione e l’ascolto degli utenti (compresi i conducenti dei mezzi), l’apprendimento dalle buone pratiche internazionali e la sperimentazione di nuove soluzioni attraverso progetti pilota.
Non può esserci sostenibilità senza accessibilità e inclusione.
L’infrastruttura della mobilità non può disabilitare i viaggiatori. I modi in cui configuriamo le nostre città non possono escludere determinate persone e capacità.
Gli adattamenti, peraltro, andrebbero a benefico di tutti i viaggiatori. I cambiamenti sosterranno anche altri che spesso richiedono sistemi di trasporto più sicuri e più facili (come badanti e donne) per abbandonare i veicoli privati.
Lentamente ma inesorabilmente, i nostri sistemi di trasporto urbano stanno diventando sempre più accessibili. Aiutate dalle nuove tecnologie e da una migliore integrazione multimodale, le nostre città ei loro partner operativi stanno creando servizi che soddisfano una vasta gamma di esigenze di mobilità.
Ma ancora la strada da fare è tanta.
Lavorare a nuove azioni significa ottenere informazioni da tutti i gruppi di utenti. Occorrerebbe organizzare una partecipazione completa dei cittadini e gruppi consultivi per aiutare a orientare la pianificazione, assicurando che queste voci siano rappresentate a livello politico, fin dall’inizio, non a posteriori.
Man mano che le nostre offerte di mobilità urbana sostenibile si espandono e si sviluppano, gli utenti vulnerabili devono essere messi in primo piano e al centro. Ciò sarà possibile solo attraverso la collaborazione con le amministrazioni a livello nazionale e locale, nell’intero settore dei trasporti, la condivisione delle risorse e l’aiuto reciproco nell’identificare le carenze e la capacità di miglioramento.
Questo è il motivo per cui è necessario lanciare una programmazione per una transizione più accessibile.
La transizione nella mobilità urbana è multiforme:
- accessibilità e il costo complessivo della mobilità;
- accessibilità fisica delle strade;
- interscambi, veicoli e edifici;
- disponibilità dei servizi, in considerazione del tempo e della posizione;
- modelli di mobilità legati genere, differenze e bisogni;
- età;
- (in)capacità;
- aspetti del lavoro legati al sistema della mobilità e nuovi servizi di mobilità.
Una mobilità sicura ed effettivamente inclusiva deve garantire che sia posta in prima linea nelle attività di rete, nella costruzione delle capacità e nella tutela dei diritti dei cittadini.
La forza delle nostre realtà urbane è nella loro diversità: manteniamole così.