Elena Improta è una mamma che ha portato avanti uno sciopero della fame contro la sentenza che la condanna a pagare oltre 300 mila euro di spese legali alla clinica romana in cui, 34 anni fa, suo figlio Mario è nato con una grave disabilità, dopo un parto drammatico.
Elena Improta protesta nei palazzi istituzionali perché la questione ha un doloroso seguito, infatti, il luogo di accoglienza e assistenza che lei stessa ha creato rischia di chiudere. «La casa di Mario», che si trova a Orbetello, rappresenta un posto sicuro e familiare, dove i ragazzi disabili possono sentirsi a casa, ma richiede molte risorse, anche economiche, e Elena rischia di non riuscire più a far fronte a tutte quelle spese.
Ma che cos’è in pratica “La casa di Mario?
Premettiamo che essa non è solo la dimora di Mario ma in essa convivono ragazzi e ragazze con le più diverse disabilità anche psichiche, sotto la supervisione di Elena Improta, responsabile della associazione Oltre lo Sguardo Onlus.
Per chiedere che La casa di Mario «resista oltre il tempo», più di 42 mila persone hanno firmato una petizione lanciata da Serenella Bischi su Change.org e indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli è stata a Orbetello nel mese di agosto per conoscere da vicino le attività della struttura. Lo ha detto anche lei: «Si tratta di una realtà preziosa per le famiglie e per l’intera comunità. Mi auguro che “La casa di Mario” possa proseguire la sua attività in maniera sempre più sostenuta dal territorio».
Nei giorni scorsi. il Ministro alle disabilità ha anche risposto ufficialmente a un’interrogazione alla Camera dei Deputati proprio su questa questione.
Nella Pagina Facebook di Uniciv, parte del suo intervento.
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