A dicembre le pensioni avranno un aumento dello 0,8% che colma la differenza tra l’indice ISTAT provvisoriamente applicato dal 1° gennaio 2023 (+7,3%) e quello definitivo (+8,1%), lo comunica l’INPS con il messaggio n. 4050/2023.
L’articolo 1 del dl n. 145/202 ha anticipato a dicembre 2023 operazioni di conguaglio della rivalutazione dei trattamenti pensionistici che sarebbero dovute avvenire il 1° gennaio del prossimo anno. Vale a dire la differenza tra l’indice Istat provvisorio del 7,3% riconosciuto a gennaio 2023 e il definitivo che è risultato pari all’8,1%. Quindi un aumento dello 0,8%, più arretrati per il 2023 (11 mesi).
La rivalutazione a conguaglio del 2022 non verrà applicata in misura uguale a tutti i pensionati, ma a seconda della fascia d’importo della pensione. Hanno diritto alla perequazione per intero soltanto le pensioni non superiore a 4 volte il trattamento minimo dell’Inps; quindi la rivalutazione dello 0,8% sarà applicata per intero solo a pensioni d’importo fino a 2.101,52 euro (al 31 dicembre 2022). Quelle superiori riceveranno aumenti gradualmente più contenuti a seconda della fascia di localizzazione del trattamento pensionistico. Consultando la tabella seguente si ha un quadro più chiaro di quanto avverrà.
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L’adeguamento fa crescere anche il trattamento minimo per il 2023. Il valore definitivo sale, infatti, a 567,94€ (+8,1%) dal precedente 563,73€ (+7,3%).
Il conguaglio riguarderà anche tutte le prestazioni assistenziali. In particolare la pensione di inabilità civile (invalidi totali) e l’assegno mensile (invalidi parziali) sale a 316,25€ al mese e l’assegno sociale raggiunge i 507,03€ al mese.
Nessun conguaglio verrà riconosciuto ai titolari di prestazioni non pensionistiche: ape sociale, assegni straordinari di sostegno al reddito, sospensione, indennità mensile (erogata con la stipula del cd. contratto di espansione).
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